Scheda specie
Stato di minaccia : vulnerabile (VU)
Priorità nazionale : media (3)
Caratteristiche :
- Dall’aspetto gracile e tozzo
- Parte superiore coperta da piccole verruche
- Fianchi con doppia banda di verruche più grandi a punta rossa
- Pigmentazione color grigio argilla
- Ventre bianco a pelle granulosa
- Muso leggermente appuntito
- Pupilla verticale
- Iride dorato con piccole venule nere
Confusioni possibili: Rospo comune, Ululone a ventre giallo
Caratteri distintivi
È il Rospo ostetrico (Alytes obstetricans, Laurenti 1768), un piccolo anuro di colore grigio-brunastro, con zampe corte e rossicce nella parte inferiore e ventre biancastro e granuloso.
Tra gli anfibi presenti in Svizzera, al Nord delle Alpi, vi è anche un rospetto lungo da 3.5 a 5 cm, dal muso appuntito e dal richiamo simile al suono di un flauto, che ha la peculiarità di prendersi cura delle proprie uova. Piccole verruche globulari gli costellano la parte superiore del corpo. Anche sui fianchi sono visibili due file di verruche, in parte rossicce. Gli occhi, dorati, hanno una pupilla verticale simile a una fessura. I sessi sono difficili da distinguere. Le sue larve, grigio-brune, possono raggiungere addirittura i 9 cm di lunghezza. Sembrano essere avvolte da una membrana esterna trasparente e mostrano una striatura metallica lucente sul ventre.
Modo di vita
Il modo di vita del Rospo ostetrico è alquanto singolare. È infatti l'unico anuro indigeno che si accoppia sulla terraferma, che non depone le uova in acqua, che se ne prende cura e le cui larve, prima della metamorfosi, trascorrono spesso un inverno in acqua.
Il periodo della riproduzione si prolunga da marzo ad agosto. Di regola gli animali sono attivi al tramonto e di notte. Durante le sere calde e umide i maschi iniziano a cantare dai loro rifugi terrestri, poi si spostano davanti all'uscita delle tane, che in parte hanno scavato essi stessi. Il richiamo è simile al suono di un flauto: un "üh üh üh" emesso a intervalli di 1 fino a 8 secondi, secondo la temperatura e il loro stato di eccitazione. Quando più maschi emettono contemporaneamente i loro richiami in tonalità diverse, da lontano si ha l'impressione di udire uno scampanellio o i campanacci delle mucche.
Non appena una femmina si avvicina, il maschio la cinge nella regione lombare. Ne segue una lunga fase di stimolazione, durante la quale il maschio, con movimenti oscillanti delle zampe, strofina ripetutamente la cloaca della compagna per indurla a deporre. Poi la coppia unisce le zampe posteriori in modo da formare una sorta di cestino, nel quale in pochi attimi vengono raccolte e fecondate le 20-70 uova prodotte. A questo punto il maschio si scosta dalla femmina facendo leva con le zampe anteriori sulle sue spalle.
Qualche momento dopo inizia a muovere le zampe posteriori attraverso i cordoni gelatinosi delle uova, in modo da avvolgerseli attorno alla tibia. Presa così in consegna l'ovatura, il maschio si allontana e poco più tardi riprende il suo richiamo. Nelle notti successive può darsi che il medesimo maschio trovi una seconda compagna e si procuri così una seconda ovatura (raramente anche una terza). Rientra allora nella sua buca, dove trascorre nascosto al caldo e all'umido i successivi 20-45 giorni. Trascorso questo periodo, con le uova ormai pronte a schiudersi, s’incammina verso lo specchio d'acqua. Alcuni minuti dopo il contatto con l’acqua le larve sgusciano dalle uova.
Al momento della schiusa sono lunghe 12-20 mm, già ben sviluppate e con abbozzi di branchie interne. Quando l'ultimo girino se n'è andato il maschio, si libera dei cordoni ormai vuoti e torna sulla terraferma, dove non tarda a riprendere nuovamente il suo richiamo. Il Rospo ostetrico può infatti riprodursi fino a tre volte (raramente quattro) l'anno. In base al momento della schiusa, della disponibilità di cibo e della temperatura, i girini possono trasformarsi già nello stesso autunno in animali terrestri oppure svernare nell'acqua sotto forma di larve. Nel secondo caso la metamorfosi ha luogo solo l’anno successivo, in maggio/giugno, e le larve possono raggiungere anche i 9 cm di lunghezza: i girini più grandi tra le specie indigene.
Gli animali diventano sessualmente maturi dopo 2-3 anni e possono raggiungere gli 8 anni di età.
Il Rospo ostetrico si sposta relativamente poco: colonizzazioni di specchi d'acqua di nuova creazione sono rare e documentate solo per distanze massime di 1,5 km.
Distribuzione
Il Rospo ostetrico è diffuso nell'Europa sud occidentale e raggiunge nella Svizzera nordalpina il confine sud orientale del suo areale di distribuzione. La maggior parte delle popolazioni vive nelle regioni collinari e prealpine, ad altitudini comprese tra i 200 e i 700 m (in alcuni casi fin oltre i 1'500 m). La specie è assente al Sud delle Alpi.
Protezione
Negli ultimi anni il Rospo ostetrico ha subito un considerevole regresso in Svizzera. In parte il fatto non può ancora essere spiegato. In parte le cause sono da ravvisare soprattutto nella perdita e nelle alterazioni dei suoi habitat. La distruzione di molti acquitrini, l'immissione di pesci e anatre, un'eccessiva ombreggiatura, rispettivamente l'imboschimento degli habitat terrestri, i cambiamenti gestionali (p. es. pascoli intensivi), ma anche la modifica di strutture particolari (p.es. l'eliminazione delle fughe nei muri a secco) possono infatti portare alla scomparsa di popolazioni. Probabilmente anche la malattia fungina chitridiomicosi gioca un ruolo importante nella regressione di questo anfibio.
Conservare e favorire le popolazioni esistenti di Rospo ostetrico si rivela quindi oggi un compito prioritario. In concreto: gli specchi d’acqua attualmente occupati o potenzialmente utilizzabili dalla specie non devono essere distrutti o compromessi immettendovi pesci o anatre; gli stagni liberi da pesci in prossimità di popolazioni esistenti vanno valorizzati, rispettivamente ne vanno creati di nuovi; come strutture sassose e legnose ricche di pertugi e cavità in luoghi idonei (p. es. muri a secco soleggiati). Vanno mantenute, rispettivamente create ex novo; scarpate esposte al sole, dissodate e sabbiose e vanno protette dall’imboschimento.
Per mantenere a lungo termine le popolazioni di Rospo ostetrico è necessario l’aiuto della popolazione. Chi ospita o ha come vicino di casa questo piccolo anuro non esiti a chiedere informazioni e consigli agli specialisti del karch.
Habitat
Il Rospo ostetrico si riproduce in un'ampia gamma di specchi d’acqua: dai più piccoli, di soli pochi metri quadrati, fino a laghetti di oltre 1'000 metri quadrati, siano essi ricchi di vegetazione o del tutto spogli, ombreggiati e freschi oppure esposti al sole. Entrano in considerazione anche piccole pozze in fossati e cave di pietra, stagni creati con scopi particolari (ad esempio per la lotta contro il fuoco), rigagnoli e altri corpi d’acqua in zone golenali, resti di lanche, ma anche tratti di ruscelli e fiumiciattoli a corrente moderata. Le sue larve prediligono temperature medie inferiori rispetto a quelle degli altri nostri anfibi (21.9-25.3 °C).
Gran parte delle zone colonizzate dalla specie garantisce acqua durante tutto l’anno. Una parte delle larve ha così la possibilità di svernare in acqua, non da ultimo perché esse sono in grado di sopravvivere a brevi gelate. L'insediamento del Rospo ostetrico è per contro impedito dalla presenza di elevate densità di pesci o anche di singoli pesci, in mancanza di possibilità di rifugio.
Più specifiche appaiono quindi le esigenze della specie nei confronti dell'habitat terrestre in prossimità dello specchio d'acqua. Gli animali preferiscono delle scarpate e pendii esposti al sole, sabbiosi, limosi o umici e leggermente franosi, con suoli morbidi e, almeno qua e là, coperti di vegetazione rada. Convengono pure muri a secco soleggiati e ricchi di fessure, zone terrazzate, mucchi di pietre e cataste di legna.
Non di rado vengono colonizzati giardini o cave, se il suolo è soffice e vi è disponibilità di cavità e lastroni di pietra. Anche i margini del bosco soleggiati e i pascoli estensivi possono essere utilizzati come habitat estivi. Gli adulti prediligono temperature elevate (oltre i 30 °C) e un'umidità media.
Originariamente diffuso nelle zone golenali, lungo le sponde dei ruscelli e sulle zone franose e detritiche delle regioni collinari, oggi il Rospo ostetrico vive soprattutto negli ambienti menzionati sopra, modellati dall'attività umana.